Giornale metal: intervista a Steve Angarthal


Sei appena uscito sul mercato discografico con un nuovo album in studio, puoi presentarlo ai nostri lettori?

Il disco si intitola “Uranus and Gaia” ed è nato come la continuazione del progetto Dragon’s Cave col quale avevo pubblicato “Elektro motion” nel 2010: cercando di migliorare il lato della comunicazione e dell’identificazione di questo progetto ho deciso di cambiarne il nome in Angarthal.

I musicisti che mi hanno affiancato in questo progetto sono Luca Saja e Sergio Pescara alla batteria, Angelo Perini al basso e Mauri Belluzzo alle tastiere: come al solito mi sono occupato di tutto l’aspetto della produzione del disco (composizione, arrangiamento, registrazione e mix) mentre ho realizzato il mastering con Alberto Cutolo ai Massive Arts Studios di Milano. Hanno completato questo lavoro Gianni Corrado che ha realizzato illustrazioni e art work del disco e i fotografi Salvatore Uccello ed Elisa Santoro che hanno scattato tutte le foto presenti nel disco. Sono molto soddisfatto e orgoglioso di avere avuto tutti loro al mio fianco per questo lavoro!

Come si è districata la tua formazione da musicista?

La folgorazione per la musica avvenne intorno agli 8 anni quando, scoprii contemporaneamente la Toccata e Fuga di Bach, le arie zingaresche di Sarasate da una parte e Rising dei Rainbow e Maiden Japan degli Iron Maiden dall’altra!…ho cominciato a studiare chitarra classica verso i 13 anni con Marco Biassoni, poi mi dedicai in maniera autodidatta alla scoperta della chitarra elettrica. Finito il Liceo studiai composizione e arrangiamento per big band con il M° Filippo Daccò; più avanti trasferitomi a Londra feci la conoscenza di Shaun Baxter col quale potei perfezionare alcune tecniche inerenti la chitarra elettrica e l’improvvisazione in ambito jazz rock. Nel 2014 mi sono laureato al London College of Music ricevendo il titolo FLCM in electric guitar performance scoprendo poi di essere il primo chitarrista italiano ad avere questo titolo!

Come hai scelto il titolo del disco?

Il disco non è propriamente un concept album ma è comunque nato con un’idea di base: il recupero di alcune figure mitologiche del passato affiancate al mondo quotidiano con i suoi momenti di euforia e di difficoltà. Il mito cosmogonico di Urano e Gaia che racchiude in sé contemporaneamente l’amore degli amanti, della madre per i figli e l’egoismo dell’uomo mi sembrava rappresentare al meglio tutto il lavoro!

A cosa ti ispiri quando componi?

E’ la musica stessa a suggerirmi la direzione da prendere: nel tempo ho imparato a riconoscere i momenti in cui la magia fluisce e così so quando è il momento di scrivere e registrare! Poi magari ,a seconda del progetto al quale mi sto dedicando, so quali soluzioni è meglio prendere e quali è meglio lasciare da parte.

Quali sono gli elementi della tua musica che possono incuriosire un vostro potenziale ascoltatore e quali sono quindi le qualità principali del tuo nuovo album?

Uranus and Gaia è un disco che fonde metal epico e progressive con una costante venatura hard rock anni ’70 e ’80 senza però volersi perdere nella nostalgia del passato! La chitarra ed il mio stile virtuoso e contemporaneamente melodico sono i cavalli che trainano il tutto;infine posso considerare questo come il mio primo vero disco da cantante!

Leggi l’intervista completa qui.

Maurizio Mazzarella (Giornale Metal)