Categoria: Reviews

  • RMC-0-Zero

    RMC-0-Zero

    New microphone  cable from Reference Cables RMC-0-ZERO  belonging to the 30 Anniversary series.

    An evolution from its predecessor RMC 01 bringing a wide spectrum response giving full bodied sounds coupled with a special flavour on high mid frequencies as well as open and gentle very high frequencies!

    It also features a triple shielding approach improving reliability and S/N ratio.

    Here it’s a short demo featuring acoustic guitar recorded with a condenser microphone (Grove Tubes GT 55) and RMC-0-Zero cable.

  • Sistema Mi-Si Acoustic Trio

    Sistema Mi-Si Acoustic Trio

    Introducing Mi-Si Acoustic Trio system featuring LR Baggs piezo pickup: it was introduced to me by Fabio Molinelli when we were planning the details for my custom acoustic solid body guitar.

    Electronics and woods play an important role in determining the way a guitar will sound and this case was a very good one! I love the way the Mi-Si interacts with the natural characteristics of this guitar!

    The audio recording for this video was done with: Reference Cables RIC 01 A (unbalanced cable for acoustic instruments), RMC S01 microphone cable, Reference passive DI box, TC Electronic Konnekt 24D audio card, Presonus Studio One 4 Daw.

    Guitars in this video have been very slightly equalized (they are actually close to flat..), have no compression and a touch of reverb.

    Thanks to Music Gallery for its technical support with Mi-Si device.

    Music Gallery

    Molinelli guitars

    Mi-si

    Reference Cables

  • Reference Cables “QU4TTRO”

    Reference Cables “QU4TTRO”

    cavo multipolare per chitarra

    Novità in ambito di cablaggi per chitarra dal mondo di Reference Cables!

    Sono lieto di essere il portavoce per questa nuova soluzione per il collegamento di pedaliere e amplificatori per chitarra: da tempo avevo condiviso con Reference alcune idee per ottimizzare questo genere di collegamenti e ora, con l’inizio del nuovo anno, le fantasie sono divenute realtà con il cavo multipolare “Qu4ttro”!

    Photo by Egidio Vergani

    In un unica frusta è possibile avere tre linee audio sbilanciate con qualità affine al cavo Ric01 (il cavo che utilizzo ormai da anni come standard sia live che in studio), 1 linea di controllo che può essere configurata o come connessione Midi o come connessione jack per controllare il cambio canale dell’amplificatore combinabile  ad una eventuale linea che può portare un alimentazione a bassa tensione per le pedaliere di controllo switching.

    Il “Qu4ttro” permette quindi di aver una rapidità estrema nell’allestimento e una garanzia sulla stabilità e durevolezza delle connessioni dovute alla notevole cura messa da Reference nella costruzione fisica del cavo: il multipolare è infatti solidissimo e non mostra alcuna timidezza nell’essere maneggiato o calpestato! Proprio per questo va comunque tenuto in considerazione l’aspetto del peso del cavo ed è quindi importante ancorare la parte del cavo che sale verso l’amplificatore per non correre nel rischio di strozzare le parti terminali dei jack.

    La colorazione della guaina è particolare perché, con la sua particolare tonalità di azzurro, è sempre visibile anche in condizioni di scarsa illuminazione: questo può essere un altro aspetto interessante perchè, nel caso di palchi poco illuminati, si potrà sempre essere in grado di identificare e maneggiare il caso (per esempio nella fase di load out).

    Concludo dicendo che sono rimasto notevolmente impressionato dalla qualità audio del cavo, la timbrica e la dinamica del suono sono davvero elevati! infatti,proprio per la tipologia di realizzazione del cavo che vede tutti i conduttori fermamente ed elasticamente bloccati, sia la risposta in frequenza che il rapporto segnale/rumore (nonché la reiezione da interferenze elettromagnetiche) sono davvero di alto livello!!!

  • Sea of Tranquillity

    Sea of Tranquillity

    Angarthal: Uranus And Gaia

    Italian guitarist Steve Angarthal (Fire Trails, Dragon’s Cave) looks after not only the guitar but also the vocals and the majority of bass and keyboards on his new project Angarthai and the album Uranus And GaiaUranus And Gaia includes songs that were inspired by Greek and Celtic mythology and biblical symbolism, and music wise that inspiration comes from rock, metal and classical music. I do have to question as to whether it was the best decision for Steve Angarthal to take on the vocals, as Uranus And Gaia would have benefited if he had handed the vocal duties over to someone more suited, this is the one area where I just find Uranus And Gaia to be lacking. Others may very well find that appeal but while the vocals are best summed up as satisfactory they aren’t up to the same level as the musical component. So then I don’t have any such issues with the musicianship throughout this album and the striking instrumentals are where I found the most appeal as “Leviathan Rising”, “Miles In The Desert” and the vibrant “Wielders Of Magic” with its acoustic touches that work so well with the heavier input. They showcase what a talented and adaptable guitarist Steve really is not to mention his skills as a composer if only there were more of these then my score would be more of a reflection on how good they truly are. In closing if you appreciate the work of a great guitarist as Steve Angarthal sure is that, then maybe you should give the album a go as Uranus And Gaia may very well click for you where it hasn’t for me.

    Track Listing
    1. Punch
    2. Uranus And Gaia
    3. Morrigan
    4. Sailing At The End Of The World
    5. Leviathan Rising
    6. Holy Grail
    7. Miles In The Desert
    8. Unbroken
    9. The Abyss Of Death
    10. Wielders Of Magic
    11. A Lie
    12. After The Rainproof
    13. Losing My Direction

    Added: July 3rd 2016
    Reviewer: Scott Jessup

  • Metal Eyes

    Metal Eyes

    ANGARTHAL – URANUS AND GAIA

    OTTIMO LAVORO, CONSIGLIATO SIA AI VECCHI ROCKER CHE ALLE NUOVE LEVE, CHE SI TROVERANNO AL COSPETTO DI QUANTA MAGIA PUÒ SCATURIRE DALL’ATTEMPATO MA IMMORTALE HARD & HEAVY DI SCUOLA CLASSICA, SPLENDIDAMENTE INTERPRETATO DA QUESTO PROTAGONISTA DELLA SCENA TRICOLORE.

    ALBERTO CENTENARI  

    Non sono pochi i guitar heroes nostrani che si cimentano in album solisti dove ovviamente la protagonista assoluta è la loro sei corde.

    Opere che a discapito del mero shred lasciano all’ascoltatore l’impressione di essere al cospetto di artisti completi, ottimi logicamente a livello strumentale ma non male neppure alle prese con il songwriting.
    Arriva a noi dopo il bellissimo lavoro di Raff Sangiorgio, axeman della metal band estrema Gory Blister, il lavoro solista di Angarthal, chitarrista di Fire Trails, Dragon’s Cave, Rezophonic e Pino Scotto.
    Aiutato in qualche brano da altri musicisti come Luca Saja (Dragon’s Cave), Angelo Perini (Fire Trails), Mauri Belluzzo (Alchemy Divine) e Sergio Pescara (Groovydo), ma di fatto da considerarsi una one man band, visto che il musicista nostrano si occupa di basso, tastiere, voce ed ovviamente chitarra, Uranus And Gaia risulta un bellissimo album incentrato sull’hard & heavy classico, ben rappresentato dalla forma canzone ed assolutamente fuori da ogni mero virtuosismo fine a se stesso.
    Certo la bravura di Anghartal è risaputa e non manca di brillare in questa raccolta di brani, dal sound vario e dall’ottima presa.
    Oltre alla chitarra, non mancano atmosfere tastieristiche di scuola Rainbow, valorizzate dall’ottima prestazione del nostro dietro al microfono, maschio, grintoso e perfettamente a suo agio con partiture tutto meno che facili.
    Non siamo di fronte ad un album innovativo, Uranus And Gaia vive delle atmosfere care al metal più nobile suonato negli anni ottanta, ma la carica epica e sontuosa di molte delle songs presenti non può che fungere da gradito regalo ad ogni metal/rocker che si rispetti.
    Più di un’ora in compagnia del classico hard & heavy, accompagnato da spumeggianti brani dai chorus grintosi ma eleganti (Rainbow, Dio, e qualche spunto del Malmsteen meno egocentrico) e tre strumentali, in cui il chitarrista nostrano non manca di stupire, senza diventare prolisso nelle scale su e giù per il manico della sei corde (bellissime Leviathan Rising e Wielders Of Magic).
    Non manca la ballatona d’ordinanza (Losing My Direction), lasciata giustamente alla fine dell’opera ed almeno altre tre songs da spellarsi le mani in applausi, la title track, l’epica Sailing At The End Of The World e la Dio oriented After The Rain.
    Ottimo lavoro, consigliato sia ai vecchi rocker che alle nuove leve, che si troveranno al cospetto di quanta magia può scaturire dall’attempato ma immortale hard & heavy di scuola classica, splendidamente interpretato da questo protagonista della scena tricolore.

    TRACKLIST
    01. Punch
    02. Uranus And Gaia
    03. Morrigan
    04. Sailing At The End Of The World
    05. Leviathan Rising
    06. Holy Grail
    07. Miles In The Desert
    08. Unbroken
    09. The Abyss Of Death
    10. Wielders Of Magic
    11. A Lie
    12. After The Rain
    13. Losing My Direction

    LINE-UP
    Steve Angarthal – Guitars, Keyboards, vocals, Bass
    Luca Saja – Drums
    Angelo Perini – Bass
    Mauri Belluzzo – Keyboards
    Sergio Pescara – Drums

  • OD Box

    OD Box

    Oggi vorrei parlarvi di uno dei pedali che utilizzo da tempo nella mia pedaliera: OD Box di Masotti Guitar Devices.

    odboxSi tratta di un pedale overdrive che offre la possibilità di saturare il suono quasi al limite della distorsione vera e propria; tuttavia le applicazioni che preferisco con questo pedale sono di Boost e overdrive. Le caratteristiche per me più importanti, e di spicco, di questo pedale sono un’ampia gamma dinamica e timbrica date dalla cura e dalla meticolosità con la quale la Masotti e’ solita realizzare i propri prodotti: infatti, pur presentando un layout abbastanza canonico, il pedale OD Box è in grado di lasciarsi alla spalle un grosso numero di pedali di altre case produttrici.

    Vediamo le sue caratteristiche:

    • lo chassis è di acciaio inox piegato molto robusto,
    • sono disponibili tre controlli a potenziometro (Volume, Tono, Drive) e un interruttore piccolo a tre posizioni (Shape)che permette di impostare il tipo di saturazione preferita,
    • il circuito è di tipo true bypass
    • le connessioni disponibili si trovano ai due lati del pedale e sono in, out (ingresso e uscita del segnale) e dc input (ingresso che permette di alimentare il pedale tramite una alimentatore esterno seguendo lo standard boss 9 Volt e centrale negativo).
    • Due led per visualizzare comodamente e in ogni situazione lo stato operativo del pedale

    Il pedale può anche funzionare con una pila a 9 Volt che può durare piuttosto a lungo, visto che l’OD Box presenta un consumo di corrente abbastanza basso (20mA);  in questo caso, tuttavia, è importante assicurarsi di non lasciare il pedale connesso quando non è in uso.

    Per utilizzare il pedale in maniera corretta, consiglio di partire sempre dalla selezione dell’interruttore shape, perché ognuna delle tre posizioni cambia in maniera radicale il comportamento dei tre potenziometri con il quale si andrà a scolpire il suono che ci interessa.

    La casa produttrice numera le tre posizioni a partire dal basso, mentre personalmente le concepisco in proporzione all’aumento del segnale (come è possibile vedere nel video in allegato all’articolo); perciò, partendo dalla posizione in basso come la numero 1, considero la posizione in alto come la 2 (mentre Masotti la numera come 3) e la posizione centrale come 3 (mentre Masotti la numera come 2).

    Le caratteristiche di queste tre posizioni  sono:

    1. Overdrive morbido e cremoso con una risposta in frequenza completa, anche se leggermente contenuta sia in basso che in alto, nonché una leggera compressione del suono
    2. Overdrive più aggressivo con una mediosità che ricorda le sonorità british anni 70’; in questo caso la dinamica e l’estensione in bassa frequenza sono maggiori della posizione precedente
    3. Overdrive in grado di entrare in territorio di distorsione; in questo caso si dispone di una gamma dinamica e di frequenza molto ampie.

    Vorrei sottolineare che i risultati che si possono ottenere con l’OD Box sono davvero molti perché bastano piccole variazioni di ognuno dei controlli per avere delle modifiche evidenti. Inoltre farà una notevole differenza la tipologia di impostazioni dell’amplificatore che utilizziamo, poiché,  a seconda della dinamica del suono base, le stesse impostazioni del pedale daranno sonorità differenti. Infatti, essendo l’Od Box in grado di avere un notevole segnale d’uscita, si avranno timbri variabili a seconda della capacità del nostro amplificatore di saturare o meno e seguire dinamicamente il segnale in ingresso.

    Per completezza e trasparenza nella descrizione di questo pedale, vorrei aggiungere che il pedale per sua natura presenta una piccolo effetto passa alto (elimina quindi le frequenze più basse): questa caratteristica è da tenere in considerazione per capire in profondità la filosofia di costruzione che c’è dietro al pedale. Infatti, unita a questa leggera riduzione di frequenze basse, vi è una enfasi molto interessante e musicale nella parte medio alta: in questo modo il pedale permette di far passare sempre il suono della chitarra perché ne amplifica la parte più “cantabile” e di “presenza”. A sostegno di questa caratteristica vi è un uso molto diffuso da parte dei fonici di equalizzare il suono delle chitarre in questa maniera sia in ambito di studio che live.

    Per concludere, considero l’ OD Box uno strumento di costruzione del mio suono molto importante perché la possibilità di un colore timbrico aggiuntivo amplifica le possibilità sonore alle quali posso attingere e la sua qualità e affidabilità eccellenti concorrono a spingere l’energia e l’inspirazione in ogni momento in cui la musica deve dire la sua!

    Steve Angarthal

     

  • Nemesis delay

    Nemesis delay

    Recensione di Steve Angarthal

    La casa americana Source Audio, i cui prodotti vengono distribuiti in Italia da Reference Laboratory, sta presentando negli ultimi anni una serie di prodotti, per chitarristi e bassisti, di ottima fattura che meritano sicuramente attenzione!NemesisFlat_MedRes Il filo conduttore nel quale può essere inserita l’effettistica di Source Audio è qualità, alta programmabilità e versatilità. Oggi vorrei parlare del pedale Nemesis dedicato agli effetti di ritardo del segnale (delay ). Risorse: Il pedale offre molte risorse fra le quali:

    • connessioni audio mono/stereo
    • connessioni midi in e through
    • ingresso per un pedale di espressione commutabile anche in un interruttore esterno per cambiare i preset
    • connessione proprietaria che permette di collegare il pedale al neuro Hub e poter creare una catena di effetti completamente richiamabile, oppure l’utilizzo dei pedali d’espressione Source Audio dual espressione e Reflex, o, ancora, l’utilizzo del controller wireless Hot Hand Ring
    • Porta mini-USb

    L’interfaccia utente è anch’essa ricca di controlli, che però non fanno perdere la facilità e la velocità di utilizzo. Troviamo quindi, partendo dall’alto a sinistra, i seguenti controlli:

    • time: regolazione del tempo di ritardo
    • preset knob: selezione della tipologia di delay desiderata
    • mix: bilanciamento del rapporto fra suono effettato e suono originale
    • feedback: regolazione del numero di ripetizioni ed eventuale auto oscillazione
    • mod: regolazione della quantità di modulazione assegnabile ai ritardi
    • rate: regolazione della velocità di modulazione assegnabile ai ritardi
    • intensity: regolazione delle variabili timbriche associate alle diverse tipologie di delay
    • tap 1: micro interruttore che permette di impostare diverse figure ritmiche alle ripetizioni in funzione del tempo impostato
    • on/off: interruttore per abilitare e disabilitare l’effetto
    • select: micro interruttore per richiamare gli 8 preset utente memorizzabili
    • tap 2: interruttore che permette o di impostare il riferimento del tempo musicale e sincronizzare le ripetizioni del delay al brano musicale suonato, oppure di accedere alla funzione Hold per “congelare le ripetizioni in corso

    Programmabilità: il Nemesis, pedale che appartiene alla ultima linea di pedali Source Audio denominata One Series, è il più potente in quanto può essere gestito sia manualmente, con l’utilizzo dei vari potenziometri, che in modalità off-line attraverso l’uso della Neuro App via smartphone o tablet, oppure attraverso il Neuro Hub e relativo software Hub manager. SOR HUB-Largehm_2_1_screenshot   Paletta timbrica: il pedale mette a disposizione una vasta gamma di tipologie di delay come eco a nastro , a condensatore o digitali tutti con la possibiltà di aggiungere alle ripetizioni modulazione (chorus, filtri e wow and flutter), pitch shifting o configurazioni ritmiche  in multi tap. A seconda del tipo di delay selezionato è anche disponibile la sezione di input filter che ripropone la colorazione del suono non effettato tipica delle macchine analogiche originali alle quali gli algoritmi si ispirano. Routing: il pedale può funzionare in modalità mono o stereo semplicemente in base ai cavi che vengono inseriti nel pedale; sempre tramite software è possibile decidere percorsi di segnale differenti come mono in-mono out + dry out, mono in – effect loop –mono out. A prescindere della configurazione prescelta, il pedale può funzionare sia in true bypass che in buffered bypass permettendo, quindi, l’ottimizzazione della qualità audio del nostro suono User preset: sono disponibili otto memorie per salvare otto effetti differenti e personalizzabili. Il default del pedale è solo quattro preset, ma attraverso la Neuro App è possibile estendere il numero disponibile; in questo caso i quattro led cambieranno la configurazione di accensione per dare la visualizzazione ottica del numero di preset abilitato. Questi preset possono essere richiamati o manualmente attraverso il piccolo interruttore select, oppure con uno switch esterno collegato all’ingresso posteriore pedal in. Midi: il Nemesis è programmabile interamente via midi, inoltre con l’utilizzo del Neuro Hub e del software di gestione Hub manager, si possono memorizzare e richiamare fino a 128 preset differenti richiamabili tramite pedaliera midi esterna tb_sb_hubmanager2Neuro App: l’applicazione funziona sfruttando la connessione 2 del pedale che richiede l’uso di un connettore jack stereo (TRS), il quale utilizza il primo percorso (Tip) per far passare il suono di chitarra e il secondo (ring) per mandare i segnali di controllo e programmazione al pedale stesso.  In dotazione viene fornito un cavetto mini jack – jack stereo che consente di collegare l’uscita cuffie dello smartphone o del tablet all’ingresso 2 del pedale. Scaricando la app gratuita Neuro App per il sistema operativo appropriato, sarà possibile regolare le impostazioni hardware globali del pedale nonché creare la propria libreria di suoni programmati, o ancora accedere alla community Source Audio dove ogni utente può condividere i propri suoni e accedere ai suoni creati da altri utenti. Ingresso USB— attraverso questa connessione è possibile mandare messaggi  MIDI program change, continuous controller e midi clock al Nemesis oppure aggiornare il pedale stesso con driver e algoritmi più recenti che vengono messi a disposizione nella sezione downloads del sito Source Audio.

    Impressioni di utilizzo: sto apprezzando il Nemesis per la possibilità che offre di creare suoni differenti e sempre di grande qualità! Potendo controllare ogni singolo aspetto dei diversi delay che utilizzo è possibile, di volta in volta, arrivare dove la fantasia sonora mi sta portando. Prediligo l’uso dei delay a nastro e analogici e con le modalità noise tape, tape , slapback e analog si possono fare davvero grandi cose! Se si vuole essere ulteriormente creativi con le modalità degrade, helix, rhythmic, reverse o sweeper  si potranno trovare delle sonorità davvero interessanti e potenti per la capacità che il pedale offre nel variare e personalizzare i vari timbri.

    Sperando di poter presentare un video a breve, vi saluto.

    Let the music take you higher!

    Steve Angarthal

  • Secret of steel

    Secret of steel

    ANGARTHAL “URANUS AND GAIA”
    Angarthal è lo pseudonimo di un entusiasmante nuovo trio milanese. Si tratta di un progetto, capace di sposare le più tradizionali componenti della scuola hard and heavy ‘classica’ – Deep Purple, così come Rainbow – con un sound decisamente fresco e moderno, sempre accattivante. Il tutto sorretto da una tecnica sopraffina, con abbondanza di (non sterili) virtuosismi. Nei tredici brani di Uranus and Gaia, la chitarra del leader si muove a spasso tra Malmsteen, Steve Vai e naturalmente Ritchie Blackmore, non senza comunque belle tastiere di supporto. Splendida la copertina, al pari poi delle immagini evocate dai pezzi, ispirate dalla tradizione fantasy degli anni d’oro e dalla mitologia, tanto greca quanto celtica. Angarthal, pertanto, è sinonimo di musica colta e raffinata, non solo potente ed ottimamente eseguita. Per nostalgici amanti dei guitar-heroes, quindi, ma non solo.

  • Intervista da Battle Helm

    Intervista da Battle Helm

    During summer Steve has been talking with ANDERS EKDAHL  about his new cd “Uranus and Gaia”; you can find this long and interesting conversation on website “Battle Helm” following this link

  • Recensione su Metal Temple

    Recensione su Metal Temple

    ANGARTHAL “URANUS AND GAIA”

    Uranus and Gaia,” the new album by Italian Heavy Metal group ANGARTHAL, transports the listener to a world of wonder and mystery, blending fantastical fiction with the always-enthralling power of classic Heavy Metal.

    Powered by the super-talented singer/guitarist Steve Angarthal, the band’s first release is chock-full of the sort of epic, melodic goodness that fans have long adored, from guys likeHELLOWEEN and IRON MAIDEN to latter-day acts such as WHITE WIZZARD andULTIMATIUM. The album was written and performed almost entirely by Angarthal himself, no mean feat even for a well-known guitar maestro, and you can tell it really is a labor of love with the impassioned performances found throughout. Backed by Luca Saja’s powerhouse drumming, ANGARTHAL bring an infectious enthusiasm to tracks like opener “Punch” and the title track, which never miss a chance to display their progressive tendencies as well as their sheer musical might.

    This is all done without detracting from the normal flow of each song; for the most part, it never feels like the band is trying to flex on the listener. Instrumentals like “Leviathan Rising” and “Miles In The Desert” are indeed showcases of the Angarthal’s compositional ability, though they are just as nuanced and song-focused as any of the tracks he does lend his vocals to. Elsewhere, more serious-minded songs like “Morrigan” and “After The Rain” power ahead with their dazzling melodies and shimmering atmospheric effects. “Wielders Of Magic” yet again ventures forth without lyrics to accompany it, but the combination of dancing, clean guitar parts and electrifying solos more than provides the sense of awe its title suggests.

    While the momentum on the album starts to waver after the initial wave of high-energy offerings, there isn’t a bad track to be heard on “Uranus and Gaia” as the band deliver track-after track of melodic Heavy Metal goodness. The album’s mixture of fantastical imagery and well-thought-out compositions makes for a release that is likely to be satisfying to Heavy/Power Metal connoisseurs as well as newcomers.

    Songwriting: 8
    Originality: 7
    Memorability: 6
    Production: 8

  • Metal Wave

    Metal Wave

    ANGARTHAL “URANUS AND GAIA”
     Quando ti trovi ad ascoltare e recensire album creati da uno dei musicisti più lodevoli della scena metal, un pò di pressione la senti.
    Stiamo, ovviamente, parlando di Steve Angarthal, artista di fama internazionale e musicista dalle mille peculiarità.
    La sua ultima fatica è appunto Uranus and Gaia, un album sviluppato attraverso tredici songs ben amalgamate.
    In un certo senso, è come fare un mezzo tuffo nel metal più classico a cavallo tra origini e modernità.
    Uranus and Gaia rappresenta un lavoro che se fosse composto da altri, suonerebbe falso, ma Steve ha la capacità di rendere unico ogni suo brano in tutti gli aspetti in cui lo “veste”.
    La musica è orecchiabile, a tratti melodica, quasi una colonna sonora.
    Non troviamo nulla di pomposo, ma pura e sana energia trasmessa da chi di palchi ne ha calcati.
    Va da sè che tutta la line up è degna di nota.
    Detto questo e trattandosi di un metal classico, ma non banale, non mi resta che consigliarvi vivamente questo Uranus and Gaia anche per supportare il talento marchiato Made in Italy e non solo quello estero.

  • Mind Infinity

    Mind Infinity

    ANGARTHAL “URANUS AND GAIA”

    Molti conosceranno Steve Angarthal nelle vesti di chitarrista di Pino Scotto, prima assieme ai Fire Trails, e recentemente come membro del gruppo che sta portando in giro il nuovo CD/DVD “Live For A Dream” dell’ex cantante dei Vanadium. “Uranus And Gaia” è un album che Steve ha fortemente sentito la necessità di comporre e registrare, non solo come “sfogo creativo”, ma anche per sottolineare la sua abilità non solo in fase tecnica (indiscutibile), ma anche compositiva. “Punch” ad esempio esplode con la furia hard rock dei vecchi Rainbow, e non a caso viene messa come bomba di apertura dell’album: non tutto il resto del materiale possiede una tale carica dinamitarda, va detto, altrimenti staremmo qui a parlare di un capolavoro. Tuttavia non ci sono mai cadute di tono in un lavoro molto compatto, che si barcamena tra classico hard rock e power metal dalle tinte più o meno neoclassicheggianti. Steve si dimostra anche un buon cantante, specie quando le melodie non richiedono troppi “ghirigori” ma vanno dritte al sodo, come nella succitata “Punch”. Si distinguono per epicità ed ariosita anche il mid-tempo “Holy Grail” e l’evocativa “Sailing At The End Of The World”. I virtuosismi di Angarthal vengono relegati per “Leviathan Rising”, ma soprattutto per la magnifica “Miles In The Desert”, un vero compendio di tecnica, melodia, arrangiamento e buon gusto.

    VOTO: 7